a Roccaporena

Il Centro Educativo

Una missione per i giovani

A Roccaporena, nel nome di S. Rita, nel 1949 è sorta un’opera di carità: un orfanotrofio. Così è raccontato il fatto nella rivista del tempo: “Il progetto del Santuario, già da tempo realizzato, contemplava, accanto ad esso, un edificio ad uso di: “Casa Ospitale dei Pellegrini” e ciò prima della Seconda Guerra Mondiale, quando sarebbe forse stato possibile dare un alloggio semigratuito ai pellegrini, sebbene già se ne era perduta la consuetudine in tutti i Santuari. Mutate profondamente le condizioni e la vita economica italiana a causa della Guerra, l’Opera di S. Rita dovette riesaminare i progetti primitivi e, data la necessità di dare all’Orfanotrofio di S. Rita, già esistente a Roccaporena, locali veramente adatti per igiene, per salubrità e capienza, stabilì nell’agosto 1949 di mutare radicalmente la destinazione degli edifici contigui al Santuario a sede dell’Orfanotrofio e per abitazione delle Suore preposte alla direzione dell’Orfanotrofio stesso”.

Nel corso degli anni l’Orfanotrofio si è trasformato in Istituto ed oggi è conosciuto come “Centro Educativo S. Rita”.  Dai primi anni ad oggi oltre 1500 ragazzi sono stati ospiti del Centro di Roccaporena.

Nuove prospettive

Dal 2019 e fino al 2021 è in corso il progetto regionale “Rockability, percorsi per una comunità in movimento, riflessiva e generativa nei luoghi del possibile”. Insieme stiamo sviluppando una comunità accogliente, inclusiva, accessibile, sostenibile, generativa di pensiero e di relazioni educanti. Roccaporena di Cascia come luogo di attraversamento di esperienze regionali e nazionali, per l’arricchimento del tessuto socio-economico locale e lo scambio di esperienze orientate al bene comune. Uno dei fulcri del progetto è anche il ripensamento dell’opera di carità che da sempre caratterizza Roccaporena: l’Orfanotrofio prima, il Centro Educativo poi.  L’attenzione a chi è in difficoltà, con sguardo privilegiato ai disagi dei minori, continuerà a caratterizzare l’Opera sorta nel paese natale di Santa Rita. Certo, la nuova conformazione dovrà rispondere alle esigenze della società attuale e ai canoni che il sistema sociale italiano prevede: per questo a breve partirà, in via sperimentale e per un tempo limitato, l’accoglienza di alcuni minori in difficoltà. Questa fase di rilancio trova fondamento al punto 33 dell’Evangelii gaudium di papa Francesco: «La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità».

a Roccaporena

Il Centro Educativo

“Una missione per i giovani

A Roccaporena, nel nome di S. Rita, nel 1949 è sorta un’opera di carità: un orfanotrofio. Così è raccontato il fatto nella rivista del tempo: “Il progetto del Santuario, già da tempo realizzato, contemplava, accanto ad esso, un edificio ad uso di: “Casa Ospitale dei Pellegrini” e ciò prima della Seconda Guerra Mondiale, quando sarebbe forse stato possibile dare un alloggio semigratuito ai pellegrini, sebbene già se ne era perduta la consuetudine in tutti i Santuari. Mutate profondamente le condizioni e la vita economica italiana a causa della Guerra, l’Opera di S. Rita dovette riesaminare i progetti primitivi e, data la necessità di dare all’Orfanotrofio di S. Rita, già esistente a Roccaporena, locali veramente adatti per igiene, per salubrità e capienza, stabilì nell’agosto 1949 di mutare radicalmente la destinazione degli edifici contigui al Santuario a sede dell’Orfanotrofio e per abitazione delle Suore preposte alla direzione dell’Orfanotrofio stesso”.

Nel corso degli anni l’Orfanotrofio si è trasformato in Istituto ed oggi è conosciuto come “Centro Educativo S. Rita”.  Dai primi anni ad oggi oltre 1500 ragazzi sono stati ospiti del Centro di Roccaporena.

Nuove prospettive

Rigenerazione dell’opera di carità. Dal 2019 e fino al 2021 è in corso il progetto regionale “Rockability, percorsi per una comunità in movimento, riflessiva e generativa nei luoghi del possibile”. Insieme stiamo sviluppando una comunità accogliente, inclusiva, accessibile, sostenibile, generativa di pensiero e di relazioni educanti. Roccaporena di Cascia come luogo di attraversamento di esperienze regionali e nazionali, per l’arricchimento del tessuto socio-economico locale e lo scambio di esperienze orientate al bene comune. Uno dei fulcri del progetto è anche il ripensamento dell’opera di carità che da sempre caratterizza Roccaporena: l’Orfanotrofio prima, il Centro Educativo poi.  L’attenzione a chi è in difficoltà, con sguardo privilegiato ai disagi dei minori, continuerà a caratterizzare l’Opera sorta nel paese natale di Santa Rita. Certo, la nuova conformazione dovrà rispondere alle esigenze della società attuale e ai canoni che il sistema sociale italiano prevede: per questo a breve partirà, in via sperimentale e per un tempo limitato, l’accoglienza di alcuni minori in difficoltà. Questa fase di rilancio trova fondamento al punto 33 dell’Evangelii gaudium di papa Francesco: «La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità».

“Accoglienza e sostegno

Sostieni anche tu con noi il nostro progetto, diamo un futuro migliore e certo ai nostri ragazzi.

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Equipe e finalità

Le finalità del Centro

 

Il Centro, nato con la finalità di accogliere gli “orfanelli” al termine della Seconda Guerra Mondiale, oggi è chiamato a rispondere alle nuove “emergenze” della società.

Il progetto di rilancio del Centro Educativo è denominato “Cantiere allo Scoglio. Tutti sapete che lo Scoglio è il luogo dove S. Rita si ritirava in preghiera e dove ancora oggi si recano migliaia di pellegrini. Al di là dell’importanza del luogo fisico e della sua storia, esso diviene metafora viva di due dinamiche fondamentali. Per un versante, potremmo parlare di “scoglio” nel senso di un ostacolo difficile da superare, di una difficoltà insormontabile, di un problema senza facili soluzioni; dall’altro, di un rifugio sicuro nell’ampio mare aperto, di un’ancora di salvezza nella burrasca dell’incertezza. Accanto allo Scoglio quale fondamentale contesto di riferimento, abbiamo affiancato l’immagine del Cantiere: essa si muove su un duplice livello di significato. In primis, nel senso letterale del termine, all’interno del Centro Educativo si è intrapresa una fase di rimodulazione dell’ambiente entro cui i ragazzi si trovano a vivere.

Dalle camerette al refettorio, dalle aule-studio agli spazi di gioco, si sta cercando pian piano di rendere la struttura più a misura di ragazzo, nella convinzione che l’idea pedagogica si realizza anche nell’aspetto edilizio ed ambientale. Ad un ulteriore livello di significato, però, il Cantiere sta a delineare l’idea pedagogica di fondo denotandone in maniera sostanziale alcune caratteristiche: la responsabilità, la flessibilità e l’integrazione di chi opera nel Cantiere per la costruzione del Progetto Educativo. Naturalmente ne fanno parte tutti coloro che si sentono responsabili del futuro dei nostri ragazzi: dal Consiglio d’amministrazione, passando per i dipendenti dell’Opera Santa Rita, fino ad arrivare a voi tutti, amici di Roccaporena, che, con la vostra generosità, state permettendo al Centro Educativo di affrontare con speranza le sfide ardue del presente.

A noi tutti spetta il compito, “come nani sulle spalle dei giganti”, di dare nuova linfa alla mission originaria per cui l’Opera Santa Rita ha avuto inizio, con la speranza che il Centro Educativo possa anche nel futuro essere quello “scoglio”, ovvero quel luogo dove i ragazzi intraprendano un cammino di fiducia.