SESTO GIOVEDI’: S. Rita entra in monastero

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Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce l’ingresso di Rita in monastero  

Privata dei suoi affetti più cari, Rita si rivolse alle Suore Agostiniane del monastero di S. Maria Maddalena in Cascia per essere accolta fra loro. Fu respinta per tre volte. I motivi non sono chiari, ma sembra che le Suore temessero di essere coinvolte nella faida tra famiglie del luogo. Solo dopo una riappacificazione, avvenuta pubblicamente tra i fratelli del marito ed i suoi uccisori, ella venne accettata in monastero.
Per la tradizione l’ingresso avvenne misteriosamente: si narra che una notte Rita, come al solito, si era recata a pregare sullo Scoglio e qui ebbe la visione dei suoi tre Santi protettori (S. Agostino, S. Giovanni Battista e S. Nicola da Tolentino) che la trasportarono a Cascia, introducendola nel monastero; quando le Suore la videro in orazione nel coro, nonostante tutte le porte chiuse, convinte dal prodigio e dal suo sorriso, la accolsero. Rita aveva intorno ai trent’anni e, benché fosse illetterata, fu ammessa fra le monache coriste, cioè quelle suore che, sapendo leggere, potevano recitare l’Ufficio divino. S’inserì nella comunità conducendo una vita di esemplare santità, praticando carità, pietà e tante penitenze. In breve suscitò l’ammirazione di tutte le consorelle.

In ascolto della Parola (Mc 13, 5-13)

Gesù si mise a dire a loro: «Guardate che nessuno vi inganni! Molti verranno in mio nome dicendo: “Sono io”, e inganneranno molti. E quando sentirete parlare di guerre, non allarmatevi; bisogna infatti che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine. Si leverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti sulla terra e vi saranno carestie. Questo sarà il principio dei dolori. Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe, comparirete davanti a governatori e re a causa mia, per render testimonianza davanti a loro. Ma prima è necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le genti. E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi di ciò che dovrete dire, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: poiché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. Il fratello consegnerà a morte il fratello, il padre il figlio e i figli insorgeranno contro i genitori e li metteranno a morte. Voi sarete odiati da tutti a causa del mio nome, ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.

Virtù: la perseveranza

A tutti è chiesta la perseveranza, come corona delle buone opere. Quanti sono quelli che iniziano con ardore a fare il bene; si danno a fervorose preghiere, facendo presagire di sé grandi e nobili cose! Ma in essi la virtù non pone salde radici, per cui tornano presto alla vita meschina di prima. Manca a loro la perseveranza e così vengono a perdere il premio delle buone opere e fanno cadere nel vuoto tanti sforzi generosi. Ricordiamoci che la perseveranza è l’aroma e il balsamo che conserva e difende le buone opere.

Fioretto: confidare sempre in Dio

Chi persevera sino alla fine costui sarà salvo; se quindi non ci sentiamo subito esauditi, confidiamo sempre in Dio e nella virtù dei Santi, ad imitazione di S. Rita.

 

Pater, Ave, Gloria 

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