OTTAVO GIOVEDI’: S. Rita amante del crocifisso

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Segno della croce

Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio. Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo. Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.

Si approfondisce il legame di Rita col Crocifisso    

La contemplazione dei dolori del Crocifisso e il desiderio ardente di assaporarne parte degli spasimi della passione erano per S. Rita continuo stimolo alla penitenza. Ai piedi di Gesù trafitto sulla croce, ella effondeva le ardenti aspirazioni del suo cuore sitibondo di patimenti; ivi spargeva lacrime per i peccati degli uomini. Le sue lacrime e i suoi desideri furono accolti in cielo. Un giorno mentre più fervidamente pregava, dall’immagine del Crocifisso si staccò una spina della corona del capo di Gesù, che perforò profondamente la fronte di Rita. Il dolore forte la fece svenire. Ritornata in sé, si trovò con una piaga purulenta che le dava acerbi spasimi e per lunghi anni la mantenne unita, nella sofferenza, a Gesù.

In ascolto della Parola (Rm 8, 16-18)

Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. Io ritengo infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà esser rivelata in noi.

Virtù: sofferenza 

Raccogliamoci in noi stessi e meditiamo l’austera parola che dal Crocifisso ci viene; noi siamo membra del corpo di Cristo. Sì, sono le tribolazioni che ci fanno staccare dalla terra e dai suoi beni passeggeri, caduchi e corrotti: sono le tribolazioni che ci assicurano che non abbiamo qui la nostra città permanente, ma ne cerchiamo una futura, senza pene e dolori per tutta l’eternità.

Fioretto: confidare sempre in Dio

Se siamo afflitti, invochiamo S. Rita affinché ci ottenga la rassegnazione e la forza da Dio nel portare la croce quotidiana.

Pater, Ave, Gloria 

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